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SILVIO ZANELLA

A prima vista la lettura delle opere di franco beraldo induce a definire quest'artista "pittore di ritorno", citazionista ed anacronista.


Infatti all'imperio dell'arte anicontca, che ha dominato gran parte della seconda meta del nostro secolo, egli contrappone la sua figurazione che, per la qualita' poetica e pittorica che la contraddistingue, si pone sopra la massa dei generici figurativi ma, per gli evidenti echi di cui è carica, manifesta pure assonanze con opere di alcuni maestri dei primi decenni del nostro secolo.


Non sono rari i suoi dipinti che, per il rifare del linguaggio formale e la limpidezza delle immagini, richiamano alla nostra mente i pittori del "ritorno all ordine" che hanno seguito la grande lezione di piero della francesca o anche quelli che, sempre in quegli anni, hanno scelto la strada del primitivismo o quelli ancora del realismo magico.


Come altresì non è pensabile passare sotto silenzio che la magia, lo struggimento, la malinconia, il silenzio incantato che aleggiano in molte sue opere hanno dei precedenti nelle opere metafisiche di de chirico. ma per tali incontri, riflessi od echi - peraltro sempre di alta qualita' e tali da definirsi pregi e non demeriti - ritengo fuorviante parlare di citazionismo quando invece, a parer mio, trattasi di affinita' spirituali. d'altra parte, se ve ne fosse bisogno, vi e' la riprova della sua forma pittorica assolutamente autonoma rispetto a quella dei maestri dei quali piu' facilmente fa ricorso la nostra memoria.


E proprio la sua forma testimonia quanto quest'autore non solo sia figlio della nostra epoca ma sia anche attuale, quanto la sua pittura possegga proprio i valori che caratterizzano l'arte astratta e la sua forma pura ed autosufficiente.


Nei suoi dipinti gli oggetti sono ridotti ad occasionali supporti dei valori della pittura: sono diventati schemi, essenzialità emblematiche, superfici piatte bidimensionali colorate che ubbidiscono alle sole regole della luce, dell armonia, della musicalita'.


Nei suoi paesaggi, come nelle sue nature morte, gli oggetti, presi a prestito dalla vita reale ed esterna all'opera e scelti tra quelli di uso comune ma caratterizzati dalla pronta riconoscibilità, non sono mai descritti, non sono realistici perche' sono stati depurati da ogni particolare occasionale e temporale.


Di tali oggetti beraldo presenta soltanto lo spazio che essi potrebbero occupare, il loro volume colorato privo di ogni peso e di ogni materia dell'oggetto stesso, presenta di essi l'immagine decantata ed allusiva esaltata pero da una forte carica di lirismo e di sonorità.


Beraldo non ci presenta paesaggi ed oggetti ma il soffio di essi, individuato in un atmosfera ideale dominata da una grazia languida ma vivida che si puo incontrare, questa si realmente, sospesa tra mare e cielo, soltanto nell'ora dell incontro del dolce ma forte, intenso e luminoso paesaggio mediterraneo .


L'ora prescelta da beraldo per i propri paesaggi è indefinibile, è quella che piu ci avvicina all'illusione di poter vivere sempre. eternamente. senza fine. è ouella che caratterizza le opere della classicità.

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